Quando il genio passa al digitale

Se tu fossi un genio.

Non un genio qualsiasi, nel senso di una persona con con QI sopra a 150.

No, un genio tipo quelli della lampada, che sfreghi ed esce in una nuvoletta di fumo rosa. Quello con i bracciali e il codino. E che deve esaudire tre desideri.

Dicevo, se tu fossi un genio. Ma molto attento a risparmiare energia personale. Quali strategie metteresti in atto?

Come ci ricorda quello di Aladdin i suoi poteri hanno solo tre limiti: non può uccidere, non può far innamorare e non può ridestare i morti. A parte questo sono illimitati.

Però, dai, diciamolo -o immaginiamolo- deve per forza costargli un po’ di fatica fare queste magie.

“Voglio una montagna di soldi sul mio conto corrente”

Me lo vedo il poveretto racimolare tutti i soldi caricarseli in spalla e portare fisicamente le banconote nella tua banca.

Oppure “voglio avere una Ferrari da guidare”.

E lui che si mette lì e costruisce la Ferrari in quattro e quattr’otto. Per noi è un batter di ciglia, ma lui deve controllare i progetti, reperire i materiali, assemblarli e così via…

Ecco, mi chiedo, se volesse risparmiare energia cosa potrebbe fare?

Il mio consiglio per lui è di passare al digitale.

Siamo abituati a ragionare in relazione agli atomi che compongono la nostra realtà. Ma se impariamo a ragionare in termini di digitale i mattoncini della nuova realtà sono i bit.

Se pensiamo in termini di “atomi” facciamo riferimento a quella che possiamo chiamare economia della scarsità.

Gli atomi sono difficili da duplicare e sono costosi, sia per la loro “limitatezza”, alcuni atomi sono difficili da reperire,  sia per il fatto che lo spazio che occupano ha un costo relativamente elevato; il loro peso rende costoso e più impegnativo il trasporto. Se vogliamo duplicare gli oggetti composti di atomi non abbiamo la garanzia che il risultato sia identico e quanto più vogliamo avvicinarci all’originale tanto più la copia costa.

I “bit” dal canto loro aprono una nuova forma di economia che possiamo chiamare economia dell’abbondanza.

La gestione dei bit ha un costo bassissimo rispetto agli atomi. Possiamo conservarli ad un costo che diminuisce sempre di più con il tempo e il costo di duplicazione è praticamente nullo: possiamo duplicare un file senza spendere un centesimo, ma non possiamo duplicare un cucchiaino senza senza investire del denaro. Le copie che otteniamo sono sempre identiche all’originale e possono essere trasportate a costi infinitesimi.

Si tratta quindi di cercare di spostare nel digitale quello che può essere spostato.

Tornando al nostro genio. La prossima volta che ti chiedono “un mucchio di soldi sul conto corrente” valuta la possibilità di fare dei movimenti digitali, magari sfruttando le critpovalute che si stanno diffondendo.

E riguardo alla Ferrari?

Non saprei. Un simulatore di guida?

Non tutto può essere sostituito dai bit (vedi l’articolo “Il digitale non è per tutti. O forse sì?“), ma per tutto il resto vale la pena capirlo meglio.