L’unione fa la forza, in Europa ancora di più!

Principio cardine della costruzione europea è il partenariato, o partnership all’inglese: il processo di continua integrazione che poggia sulla condivisione di interessi, obiettivi e risorse per una crescita comune.

Anche i singoli progetti europei, quelli che presentiamo alla Commissione per richiedere un finanziamento, devono essere condotti in partenariato, da più soggetti che si alleano per realizzare  qualcosa di nuovo, di grande, che da soli non sarebbero stati in grado nemmeno di pensare.

Come ricorda il vocabolario Treccani, il partenariato consiste nella “cooperazione tra organismi di diversi paesi per affrontare specifiche tematiche di interesse comune (in campo politico, economico, sociale, ecc.)”.

Sono gli stessi programmi a stabilire i requisiti delle partnership di progetto indicando il numero minimo di partner (3, 5, 7), la loro natura (aziende private, pmi, enti pubblici, soggetti non lucrativi, università), la provenienza (Stati membri, Stati candidati, Stati associati al programma, altri) e la tipologia di attività che possono o non possono svolgere (ricerca, formazione, tutela dei diritti, commercializzazione).

Di solito i requisiti assumono la seguente formula: “un partenariato coinvolge almeno n organizzazioni di n diversi paesi aderenti al programma”.

A volte è consentito coinvolgere nel partenariato soggetti privi dei requisiti previsti a condizione che: 

  • siano soddisfatte le condizioni minime;
  • non assumano il ruolo di capofila del progetto;
  • si ottenga un parere conforme da parte della Commissione.

Vista l’importanza che ricopre nel progetto, dobbiamo riservare un tempo adeguato alla creazione del partenariato  che inizia ben prima dell’avvio delle sue specifiche attività e che dovrebbe rientrare nelle ordinarie operazioni di mantenimento delle relazioni. 

Quando ciò non avviene, allora risulta imperativo procedere alla costruzione del network in maniera intelligente dedicandoci le necessarie risorse.

La maturità dei rapporti ha poi inevitabili ripercussioni sulla gestione del partenariato e la sua tenuta durante la realizzazione delle attività progettuali.

Ricordo con sincera fatica gli sforzi nell’accompagnare riunioni di verifica di un progetto: 20 persone, 10 partner, 6 paesi, 3 lingue, una piacevole prova di resistenza!