Il Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, prevede diverse misure per favorire l’inclusione sociale, migliorando le condizioni di vita ed economiche delle persone con disabilità.
In particolare, la misura che promuove l’autonomia ha l’obiettivo di rendere queste persone più indipendenti, aiutandole a superare le barriere nell’accesso all’alloggio e al mercato del lavoro, anche grazie alla tecnologia.
Gli adeguamenti degli spazi domestici alle esigenze specifiche e la creazione di nuove aree abitative rientrano tra le attività previste. Inoltre, si prevede la fornitura di dispositivi Itc e l’offerta di specifici percorsi di formazione sulle competenze digitali per incentivare l’occupazione.
I comuni, singoli o in associazione negli ambiti sociali territoriali (Ats), saranno gli enti attuatori dei progetti, coordinati a livello ministeriale in collaborazione con le regioni. Il finanziamento previsto dal PNRR ammonta a complessivi 500 milioni di euro, suddivisi tra i vari progetti.
Relativamente al bando pubblicato e valutato, ad oggi non c’è ancora una graduatoria definitiva che elenchi tutti i progetti effettivamente ammessi al finanziamento, ma stando alle graduatorie regionali, sono 619 i progetti ammissibili al finanziamento, per un valore di circa 422,42 milioni di euro.
La Lombardia risulta la regione che vedrà maggiori interventi e benefici per questo investimento, seguita da Lazio e Campania, mentre la provincia autonoma di Trento, il Molise e la Valle d’Aosta sono le aree con meno progetti ammissibili.
Due aspetti particolari da sottolineare: non sono state utilizzate tutte le risorse disponibili e il mancato rispetto della “quota mezzogiorno”.
Nel primo caso, purtroppo, molte sono state le proposte ritenute non ammissibili per non conformità ai requisiti previsti e, anche con la riapertura dei termini del bando, l’invito a presentare nuovi progetti non ha sortito l’effetto desiderato.
Per quanto riguarda, invece, la prevista percentuale del 40% di risorse destinate alle Regioni del Sud Italia, ci si è fermati al 33,14%, pari a circa 140 milioni di euro, per mancanza di interventi da finanziare.
Causa comune è la scarsa capacità di lavorare con stile progettuale che rappresenta un male diffuso in molti enti locali italiani: a volte per mancanza di competenze tecniche del personale esistente, altre per eccessivo carico di lavoro delle risorse esistenti. Comunque, una situazione che frena lo sviluppo anche in presenza di risorse.
Ecco perché risulta fondamentale creare alleanze virtuose per lo sviluppo locale tra enti locali, aziende del territorio, professionisti, terzo settore e società civile: ogni componente può apportare competenze, risorse, visioni, che insieme disegnano percorsi di rilancio autentico.
Noi di Gioda Consulting siamo da sempre in prima linea e possiamo confermare che, pur se difficile, si può fare!